1/29/2015

Donna Nook e le Foche

Quello che segue è il racconto di 4 giorni fuori dall'ordinario, 4 giorni trascorsi immersi nella natura; a contatto con essa; fotograficamente parlando è un'esperienza del tutto nuova per me, non avevo mai fatto "un'uscita" centrata esclusivamente nella ricerca di scatti rivolti a soggetti animali.


Verso Settembre/Ottobre l'amico Constantinos propone di andare a Donna Nook, a fotografare le foche, subito d'accordo Matteo e Paolo [tutti e tre sono soliti scattare prevalentemente foto a stampo naturalistico, passando dalla macro alla caccia fotografica]; io ascolto questa proposta e incuriosito dalla cosa decido subito di aggregarmi a questa avventura.
5-6-7-8 Dicembre sono i giorni scelti per il viaggio, leggiamo che la zona dove sono visibili le foche solitamente è aperta il sabato e la domenica [si trova in prossimità di una base della RAF ed è possibile vi siano giorni nei quali l'accesso non è consentito per via delle esercitazioni dell'aeronautica].
Avremo quindi il primo giorno [venerdì] per raggiungere il posto, farci un'idea, ed essere pronti per i due giorni successivi.
Il lunedì è invece il giorno dedicato al rientro a casa.

A novembre iniziano i veri preparativi, la prenotazione del cottage, dell'auto a noleggio e la scelta dei voli.
Volo di andata il venerdì mattina e quello di rientro il lunedì sera, in modo da poter percorrere con tranquillità i chilometri che separano Donna Nook dall'aeroporto Londra Stansted.
Il cottage ci viene consigliato da persone che già hanno fatto questa esperienza precedentemente.

Altra fase importante è quella che concerne la scelta dell'attrezzatura fotografica e dell'abbigliamento necessario.
Abbiamo premura di procurarci delle incerate, in modo da poterci muovere sulla sabbia umida senza bagnarci, per proteggerci dal vento e dal freddo abbiamo magliette tecniche e pile di qualità.
Ai piedi scarponi impermeabili e pantaloni con le ghette.

Dal punto di vista dell'attrezzatura fotografica io ero totalmente a secco di materiale adatto, possedendo un 200mm f2,8 come massimo teleobiettivo; corredato di un'alquanto scarso moltiplicatore Sigma 2X.
Decido di effettuare un'aggiornamento [comodo anche per migliorare la qualità d'immagine negli scatti d'architettura] vendo il 200mm e il moltiplicatore sigma, acquistando un EF 300mm f4 L [la vecchia versione, non stabilizzata] e un moltiplicatore Canon 1.4X versione II.
L'attrezzatura scelta è la seguente:

- EOS 1Ds MKIII;
- EF 300mm f4 L;
- EF 16-35mm f4 L IS;
- EF 70-200mm f2.8 L;
- TC 1.4X II
- Takumar 50mm f1.4;
- Filtri ND vari;
- Telecomando.

A parte Paolo che usa Pentax, Matteo e Constantinos usano Canon, a disposizione c'erano anche:

- EF 300mm f2.8 L IS;
- EF 400mm f5,6 L;
- EF 24-105mm f4 L IS;
- Sigma 15mm fisheye;
- Sigma 10-24;
- TC 2X III.

Passa il tempo fra le varie vicissitudini della quotidianità e finalmente arriva il giorno della partenza, abbiamo lo zaino fotografico come bagaglio a mano, mentre in stiva c'è una valigia a testa, contenente il treppiedi e i vestiti.
Con un'ora e quaranta di viaggio giungiamo all'aeroporto di Stansted, sono le 9 circa [considerando il fuso orario].

ryanair
Una classica vista da sopra le nuvole; peccato per il forte contrasto fra la luce dentro la cabina e quella ambiente; che ha creato il riflesso giallo.


 Ci rechiamo in pullman al deposito delle auto a noleggio e caricate le valigie partiamo alla volta di Donna Nook.
Il viaggio dura all'incirca tre ore; lungo il tragitto sostiamo in un fast food per il pranzo [dove riuscirò ad ordinare ben tre menu' completi solo per me... e ancora adesso devo capire come ho fatto -_- ].
Verso le 14.30 giungiamo al cottage dove abbiamo prenotato; si trova a pochi minuti di macchina dalla spiaggia.

Maps
Il bollino rosso sulla mappa indica Donna Nook; abbiamo fatto giusto qualche kilometro per recarci la! :)

Fatte le dovute presentazioni il proprietario [gentilissimo Rik] ci fornisce delle preziosissime informazioni circa la possibilità di raggiungere luoghi alternativi alla zona di Donna Nook; a suo dire tale zona altro non è che un luogo per le famiglie, che la domenica portano i bambini a vedere i cuccioli di foca da vicino.... insomma, la descrizione del luogo mette in chiaro che non è quel che cerchiamo [sarebbe come fotografare dentro uno zoo].
I luoghi consigliati si trovano a sud di Donna Nook, come ci spiega Rik le foche partoriscono in quella spiaggia [dove l'alta marea non arriva] ma non appena i cuccioli sono sufficientemente grandi si spostano a sud, dove la spiaggia è meno larga e dove, probabilmente, possono stare in pace senza la continua folla di visitatori.
Dato l'orario sistemiamo le valigie nelle stanze e subito andiamo a farci un'idea dei luoghi consigliati [dato che già abbiamo pattuito di recarci lì la mattina successiva, all'alba].

landa desolata
Siamo usciti senza guanti,  sentiamo subito freddo alle mani tenendo l'attrezzatura per pochi minuti.

Paesaggio sconfinato, cielo terso, freddo e un vento che non da tregua... questa la vista offerta sporgendosi verso l'oceano.
Dal parcheggio indicato camminiamo parecchio tempo su questa landa coperta di erba ed arbusti, a tratti tendente alla palude data la grande quantità di acqua presente al suolo.
A causa di un corso d'acqua che ci taglia la strada non riusciamo a raggiungere la sabbia e non abbiamo tempo per cercare una via alternativa, dato che alle 16.30 il sole è già sulla via del tramonto.

Torniamo al cottage a sistemare i bagagli e poi andiamo a mangiare.
Birra, salmone e tante verdure [l'enorme estensione del territorio agricolo fa si che vi siano numerosi ortaggi, la cena è costituita da carne o pesce, accompagnati da abbondanti porzioni di verdure lesse].

English food
Le patate hanno la meglio, al forno,lesse,purè,fritte.

Rientrando dall' Axe & Cleaver [dove abbiamo cenato] ci rendiamo conto che c'è una gran umidità e che calate le tenebre il freddo si fa intenso.
Si vedono le prime tracce di brina e tutto l'asfalto al suolo è bagnato.
Se non fosse per la luna piena, ci sarebbe un gran bel buio per provare qualche scatto notturno alla volta celeste.
Andiamo a letto presto, data la sveglia alle ore 03.00 per l'aereo... e dato che il giorno successivo abbiamo intenzione di partire alle 07.00.

Una volta svegli ci copriamo a dovere, sistemiamo i materiali nello zaino in modo che tutto sia in ordine e, prelevato il sacchetto contenente la colazione, usciamo dal cottage.

Iced
Sto Galaxy S5 non se la cava male al buio!

Fà freddo, ma tanto freddo.... però il cielo è tutto sereno e questa cosa ci rende molto felici [dato che sino all'ultimo le previsioni avevano dato presenza di pioggia in tutti e quattro i giorni].
Ci rechiamo al parcheggio visitato la sera precedente e ci incamminiamo verso l'oceano, cercando di evitare l'errore della prima visita, aggirando quindi i corsi d'acqua.
Arriviamo molto piu' vicino alla spiaggia rispetto al precedente tentativo, ma abbiamo ancora una volta un corso d'acqua a sbarrarci la strada... per fortuna le foche le vediamo già; al dilà del torrente, sulla sabbia.
L'emozione è tanta, ci avviciniamo molto lentamente, cercando di parlare il meno possibile e rimanendo accucciati a terra.
Procedendo così arriviamo al bordo bel lembo di terra che da sul corso d'acqua e ci fermiamo, estraendo fotocamere e treppiedi.
Il gruppo di foche è folto, ci sono svariati piccoli e due grandi femmine; in lontananza vediamo un'enorme maschio [che purtroppo mai si avvicinerà a noi].

Panoramic
Una panoramica ripresa con il cellulare, poco piu' a destra del centro immagine, potete vedere il gruppetto di foche.

Inizialmente temiamo che le foche, una volta notata la nostra presenza, tendano a spostarsi; in realtà le due femmine entrano in acqua e si avvicinano a noi, incuriosite.
Rimaniamo sul posto per qualche ora a fotografare, vista la fantastica luce presente; ma rimaniamo anche semplicemente fermi ad osservare il fantastico scenario.
Assistiamo a qualche zuffa, alle coccole ai cuccioli, agli spostamenti e alle nuotate.
La soddisfazione è altissima e nonostante il freddo, il vento e l'umido [siamo sdraiati a terra, praticamente sulla fanghiglia ricoperta di arbusti] siamo felici di aver assistito a questa scena su di uno scenario praticamente incontaminato.

Foca Curiosa

Cucciolo che riposa

Famiglia di foche

Foca immersa


Scettici sulla possibilità di proseguire l'esplorazione della zona [dati i canali che ci sbarrano la strada] decidiamo di recarci a Donna Nook, sono ormai le 13, la luce alta non garantisce piu risultati ottimali e comunque una visita nella zona è d'obbligo.

La zona in questione è una riserva naturale, recintata e sorvegliata da guardiani; posta a ridosso di una base della RAF, utilizzata [quando non ci sono le foche] come campo di addestramento per i velivoli.

Donna Nook national nature reserve

Praticamente è un percorso contornato dalla vegetazione da un lato... e dall'altro da una recinzione in legno, dalla quale è possibile vedere una grande radura dove le foche vanno a partorire.
Un sentiero lungo alcune centinaia di metri accessibile al pubblico, gratuitamente.

La linea rossa evidenzia il percorso transennato.

In questa zona rimaniamo un pò "delusi"; l'esperienza totalmente Wild della mattina appena trascorsa, l'enorme quantità di persone, il frastuono, il casottino che vende panini; rendono questa visita simile a quella che si potrebbe fare allo zoo.
Lo stesso trovarsi li, bardati da capo a piedi per affrontare lo stare sdraiati a terra nell'acqua, vedendosi circondati da persone vestite in modo del tutto normale [poco ci manca a vedere dei mocassini].
L'unico lato positivo è che data la presenza di cuccioli, decisamente piu piccoli di quelli visti la mattina, possiamo assistere a scene diverse; l'allattamento, l'aggressività delle madri all'avvicinarsi di un maschio e addirittura il tentativo di accoppiamento.
Il tutto ha comunque un suo fascino, la zona rende visibili scene di vita naturale a tutti... ma forse è proprio questa facilità che sminuisce il valore di tale visione.
Ci soffermiamo poco nell'area transennata, il tempo di osservare un pò e di rifocillarci.
Proseguiamo poi a piedi, nella zona a destra del percorso della mappa qua sopra; le transenne terminano e camminando qualche minuto troviamo un gruppetto composto da due cuccioli, una madre e un maschio.
Ci fermiamo a fare qualche scatto, potendoci avvicinare notevolmente.




Cucciolo di foca

Proseguiamo ancora, raggiungendo la spiaggia, ove sono visibili in lontananza i bersagli usati nelle esercitazioni e questi cartelli.

Attrezzatura varia
Tutto il territorio delle esercitazioni è identificato da questi cartelli, ma non vi sono limiti fisici per impedire l'accesso alla spiaggia.

Ripartiamo, alla volta del secondo luogo consigliato da Rik, ormai è tardi ma; come la sera precedente, operiamo un sopraluogo per capire come muoverci l'indomani mattina.
Questa volta il parcheggio consigliato stà a fianco di un corso d'acqua abbastanza grande, ma possiamo camminare verso nord, andando praticamente verso il punto dove eravamo stati durante la mattinata, da questo punto siamo già in spiaggia, a differenza del luogo dal quale eravamo partiti la mattina.
Ci soffermiamo poco tempo, siamo infreddoliti e stremati dalla levataccia e da tutto il tempo passato sdraiati a terra ad osservare le foche.
Torniamo al cottage per riposarci.

Incontrando Rik gli facciamo delle domande circa la possibilità di giungere alla riva evitando i numerosi rigagnoli di acqua [che non sono praticolarmente profondi, ma con solo gli scarponi sono impossibili da attraversare senza bagnarsi i piedi].
Ci spiega che è meglio accedere dal secondo luogo che ci ha consigliato, il quale si affaccia direttamente sulla spiaggia; da li dobbiamo però camminare almeno un'ora per risalire verso nord, nella speranza vi siano foche.
La problematica in questione è ben visibile in questa foto dal satellite, la zona verdastra in basso è quella dove la marea non arriva ed è cosparsa di corsi d'acqua [piu o meno profondi a seconda della marea].
Giungendo dalla spiaggia invece si ha la possibilità di avvicinare da subito l'oceano, con minore probabilità di trovarsi la strada sbarrata da un corso d'acqua.

La zona verde in basso è quella con le sterpaglie, visitata al mattino; è ben visibile la grande diramazione di corsi d'acqua presenti. Sulla destra il corso d'acqua che costeggia la spiaggia, costeggiandolo è semplice accedere sin da subito alla sabbia.

Dato il tempo necessario a risalire la spiaggia, la mattina successiva ci svegliamo nuovamente alle 06:00; colazione in un sacchetto e ci avviamo verso il parcheggio consigliato.
E' appena il crepuscolo, c'è l'alta marea [lo vediamo da subito, notando il livello del corso d'acqua a fianco del parcheggio; il giorno precedente era vuoto, adesso c'è almeno un metro e mezzo d'acqua].
Il cielo è completamente coperto, addentrandoci nella sconfinata spiaggia la terra si confonde con il cielo e sembra di stare in un altro mondo.

Bassa Marea

Le zone asciutte scarseggiano, c'è acqua praticamente ovunque.
Camminiamo per almeno un'ora, dalle nuvole comincia ad intravedersi la calda luce del sole e a terra la sabbia ha preso forme particolari per via del fluire dell'acqua dovuto all'alzarsi e abbassarsi della marea.

Dunette

Mi fermo per provare qualche lunga esposizione mentre gli altri proseguono verso la riva dell'oceano [dove vediamo delle foche in lontananza].
Sino a questo momento non avevo ancora posizionato a terra il treppiedi, avevo scattato un pò di foto varie a mano libera [ad ISO molto alti oltretutto].
Estraggo il filtro da 10 stop, il telecomando e posiziono la macchina su treppiedi.
Il terreno è molto cedevole e devo quindi piantare bene a terra le zampe del treppiedi, per evitare si muova.
Scelgo varie inquadrature, ma la piu efficace mi sembra essere quella classicissima con orizzonte quasi centrale; si vedrà bene sia il magnifico cielo, sia l'effetto della sabbia umida.

Cielo infinito


Il tempo di provare qualche scatto, e mi dirigo nuovamente verso i miei compagni.
Hanno raggiunto la zona dove vedevamo le foche, ma sfortunatamente esse sono entrate in acqua e sembrano allontanarsi.
Per proseguire a nord [dove sono visibili altri gruppi di foche] un corso d'acqua ci sbarra la strada... rimaniamo fermi per alcuni minuti, facciamo colazione.
Inizia a piovere, l'intensità della pioggia non è particolarmente critica, ma il forte vento ci costringe a stare fermi, rivolti verso il mare; le gocce arrivano con una forza tale che girandosi è impossibile tenere gli occhi aperti.
Il fenomeno per fortuna dura pochi minuti, il forte vento sposta rapidamente le nuvole e addirittura in breve tempo esce nuovamente il sole.
Ci muoviamo un pò attorno al corso d'acqua, per cercare di trovare qualche punto piu stretto o qualche punto dove l'acqua è sufficientemente bassa; non abbiamo fortuna...
Dopo un pò di incertezza finiamo per metterci ai piedi dei sacchi in plastica che avevamo portato per proteggere gli zaini una volta posati a terra.
Il letto del corso d'acqua non è molto ampio, giusto qualche metro; la traversata è semplice.


Una volta dall'altro lato siamo tutti sollevati, se non fossimo riusciti ad attraversare saremmo dovuti tornare indietro e non avremmo avuto altre possibilità.
Incamminandoci verso il gruppo di foche scorgiamo anche un folto gruppo di fotografi in lontananza.

Fotografi spagnoli
Erano tutti spagnoli, probabilmente dei professionisti a giudicare da come erano sincronizzati e attrezzati; durante le piu forti raffiche di vento e pioggia si disponevano in fila indiana per proteggersi l'un l'altro.


Sono divisi in due gruppetti, uno sulla riva, a fotografare un folto gruppo di foche con tanto di cuccioli; un'altro piu all'interno dove ci sono due maschi che si fanno avvicinare moltissimo.
In linea generale notiamo che vi sono veramente tanti fotografi in questa zona; alcuni piu verso l'interno [dove vediamo altre foche in lontananza] e altri sempre vicino all'oceano, ma piu a nord di noi.







Pisolino

Non voglio guardare

Rimaniamo a lungo, abbiamo la possibilità di spostarci liberamente lasciando gli zaini a terra [protetti dal nylon].

Sconfinato
Possiamo lasciare gli zaini incustoditi, anche a centinaia di metri di distanza... augurandoci che una foca non decida di cibarsi del loro interno!
  Il sole alto unito al forte vento riesce ad asciugare lo strato superficiale della sabbia; essa, alleggerendosi viene facilmente trasportata dal vento, creando delle interessanti scie.

Sabbia che vola
Un video, in questo caso, avrebbe meglio reso l'effetto di questo particolare fenomeno.

Il paesaggio è veramente sconfinato, uno spazio aperto incontaminato.

Nel deserto?
Constantinos, in lontananza.

Ad un tratto, quasi d'improvviso, ricomincerà a piovere intensamente; decidiamo di risistemare tutto il materiale e ci dirigiamo nuovamente verso l'auto.
Siamo stanchi ed infreddoliti, il tragitto da percorrere è lungo e prevede nuovamente l'attraversamento dei corsi d'acqua.
Fortunatamente il rientro è all'asciutto, ha smesso di piovere e il cielo si stà nuovamente aprendo.
La marea si stà ritirando, la sabbia a terra ha mantenuto la forma che era visibile al mattino, ma adesso è asciutta.

Bassa marea e sereno


Siamo veramente molto stanchi, le lunghe camminate nella sabbia, il freddo, il vento e la pioggia ci hanno portato via non poche energie.
E' ancora presto per terminare la giornata fotografica, ma decidiamo comunque di rientrare al cottage.
Pranziamo e poi ci dedichiamo alla pulizia dell'attrezzatura, la pioggia e la sabbia non perdonano ed è meglio sistemare tutto prima di incappare in spiacevoli inconvenienti.

Dopo un pò di riposo ci dedichiamo alla visione delle foto scattate, siamo soddisfatti, c'è molto materiale soddisfacente.
Uscendo nuovamente per recarci a mangiare incontriamo ancora Rik, è felice che i suoi consigli ci siano stati utili, è riuscito perfettamente a capire ciò che volevamo e ci ha instradati al meglio.
La mattina successiva finalmente facciamo una vera colazione all'inglese, bacon, salsicce, fagioli, uova, pane tostato... insomma una goduria.

colazione inglese
Una colazione molto calorica, che permette di arrivare comodamente a metà pomeriggio!

Prepariamo le valigie, salutiamo e ci dirigiamo nuovamente verso l'aeroporto.
Lungo il tragitto ci soffermiamo in diversi punti visti all'andata, per scattare qualche foto.

Copertone abbandonato

Fili d'erba


Cabina inglese

Come concludere...
E' stata un'esperienza memorabile; partendo dall'entusiasmo nella preparazione al viaggio, passando per il viaggio stesso.
Abbiamo vissuto un vero contatto con la natura, un contatto ravvicinato, conquistato con le nostre forze e la nostra voglia di fare; con la curiosità!
La fotografia stessa è curiosità, ma in questo caso mi sento di dire vi sia stato qualcosa di piu; personalmente mi sono goduto appieno anche i momenti piu difficoltosi come la pioggia battente.

Vi lascio alle gallerie dei miei compagni di viaggio [dei quali già avete visto alcune immagini nelle foto precedenti]:

Constantinos Photiou
Matteo Segnani
Paolo Bongiovanni

Qua invece potete leggere l'articolo uscito sulla rivista Cameraraw!

Donna Nook

Un saluto a tutti!

1/13/2015

Analogicando sulla neve

Il 2015 è iniziato all'insegna dell'analogico.
Ho rispolverato una EOS Elan II che avevo in casa da tempo, alla prima uscita intrigante l'ho caricata [con dei rullini colore scaduti da anni] e ho usato solo lei.

La mia passione, come saprete; è il bokeh! Mi sono quindi dedicato alla ricerca di sfocati particolari con il mio fidato 50mm f 1.0L.
Altra peculiarità della pellicola, secondo me; sono i colori... caldi, pastellati! Si uniscono alla perfezione con il giusto sfocato.

Qua sotto i primi risultati; in attesa di pubblicare un articolo piu' dettagliato circa le mie intenzioni in tal senso!  [le foto sono scansionate tramite un Epson V500, e non c'è alcuna modifica di alcun genere].

Questa e la seguente invece con il Super Takumar 50 1.4