11/30/2011

La "magia" dell'analogico

Provo a "completare" il mio precedente post "Tra analogico e digitale" esponendo meglio la mia visione della fotografia Analogica.

Partiamo dal presupposto che per me fotografia analogica significa Bianco & Nero; questo perchè non ho l'attrezzatura adatta a sviluppare i negativi a colori.
Per la fotografia in analogico uso prevalentemente la mia Yashica Mat 124-G, una medio formato a pozzetto in produzione dal 1970 al 1986, ottenuta da uno scambio con un amico.
L'analogico affrontato come ho iniziato io offre una miriade di soddisfazioni, partendo dal piacere di usare la fotocamera stessa passando per l'emozione dello scatto senza vedere subito dopo il risultato (il che presenta sempre un'incertezza) per finire con lo sviluppo del rullo.
Lo sviluppo lo faccio in casa, è relativamente semplice ottenere risultati piu' che soddisfacenti ed è anch'esso magico.
Si parte dal verificare i tempi di sviluppo del rullo usato (io uso dei rulli economici, prevalentemente Rollei RPX100) e da qui si sceglie il prodotto chimico per procedere.
Mi attrezzo una camera oscura provvisoria in cantina ogniqualvolta mi serve e nel buio totale carico la pellicola nella tank.
Il resto è un susseguirsi di azioni precise, con le quali (una volta capito il meccanismo) si puo riuscire subito a migliorare i singoli fotogrammi.
 La cosa piu entusiasmante è ovviamente l'apertura della tank a sviluppo ultimato, è un attimo di trepidazione, temo sempre di aver sbagliato qualcosa all'inizio, poi srotolo la pellicola e vedo le immagini in negativo (sono gia ben visibili usando pellicola 6x6 cm).
Come detto nell'altro articolo una volta sviluppati passo i rulli in digitale, scannerizzandoli.
Sino a questo punto c'è la soddisfazione di aver creato "interamente" la propria foto in quanto si fa tutto manualmente senza aiuti elettronici che vanno dalla messa a fuoco all'aggiustamento di tempi/diaframmi/iso e questo è particolarmente soddisfacente e istruttivo.
Quello che mi manca ancora in questo mondo e il poter stampare a casa le foto con ingranditore e carta fotografica (non con la stampante digitale) ma conto di provarci quanto prima.
Come sempre mi piacerebbe che chi legge commentasse, esponendo il proprio punto di vista e/o le sue esperienze.



11/26/2011

La fotografia "Casalinga"

Ho iniziato da poco a cimentarmi in delle foto in casa, sperimentando varie combinazioni di schemi di luce per capire meglio il funzionamento delle luci flash (è comodo perchè in piccolo).
Questo mi ha portato a cercare un po di informazioni in rete e a scoprire che c'è chi fa di questa tipologia di foto la sua professione.
Personalmente (come gia detto) sono partito con "soggetti" senza alcun interesse, qualsiasi cosa potesse andare bene da soggetto a scopo didattico; dopo qualche scatto mi son detto: Perchè non provare a farlo in modo un po piu' ragionato?
E' nata cosi una piccola passione per questo tipo di foto.
Mi piace il minimalismo, la possibilità di creare esattamente ciò che si vuole (nei limiti del soggetto che si riprende) senza agenti imprevedibili.
Come nelle foto in studio non è sufficente scattare a quello che ci interessa, bisogna creare lo scatto partendo dal nulla.
La parte difficile è (una volta individuata la "foto" che si intende realizzare) concluderla, e per questo serve molto la tecnica in quanto nel piccolo il minimo errore si vede subito.
Qua sotto un paio di scatti:

























Sono idee cosi, tanto per fare prove in diverse condizioni, però ritendo siano utilissime a livello didattico e comunque anche a livello creativo.
Voi che ne pensate di questo tipo di foto?

11/21/2011

L'importanza del soggetto

Nella resa finale della foto quanto conta la "bellezza" del soggetto?
Come sempre ci sono piu' idee.
La mia è che un buon soggetto aiuta la buona riuscita di una foto valida, mentre un soggetto...non voglio dire brutto; ma poco interessante  diventa piu' "difficile" da fotografare.
Conta, come sempre, il rappresentare il soggetto come noi lo interpretiamo.
Dando spazio alla creatività si può ricavare una foto piacevole anche riprendendo un soggetto non interessante.
Si può adottare un "taglio" atipico, si può puntare sullo sfocato, sui colori....insomma plasmando a nostro favore un qualcosa che può risultare interessante.

Qua sotto una foto di una semplice panchina (c'è chi dice che sono fissato) con la quale ho ottenuto uno scatto che per me è valido.





Il taglio decentrato, lo sfocato, i colori freddi e la vignettatura ne fanno a mio avviso uno scatto interessante.
Ora un esempio con un soggetto gradevole e interessante già di suo:







E' indubbio che il soggetto è gia molto bello di per se, ma un conto è il soggetto e un'altro è la resa della foto.
Con un taglio "standard" avrei ottenuto una foto "cartolina" priva di personalità, giocando invece su un taglio strano (sfruttando la distorsione del grandangolo) e un bianco e nero molto contrastato credo di aver creato qualcosa di piu' personale.

Chi legge che pensa in merito a questo tema?


11/17/2011

Esplorazione del fotogramma

Le fotocamere digitali moderne permettono una messa a fuoco rapida e precisa (in quasi tutte le condizioni).
Ma la messa a fuoco manuale è in disuso?
Personalmente no, quando sono in giro a fare foto mi piace (di tanto in tanto) usare il fuoco manuale e cercare cose nuove nell'inquadratura.
La maf automatica focheggierà automaticamente nel punto di mio interesse, ma focheggiando in manuale è possibile trovare qualcosa che non avevo notato guardando con gli occhi, la ridotta profondità di campo di un obiettivo normale permette di selezionare piccole porzioni del fotogramma e quindi di percorrere la distanza dai miei piedi all' "infinito" con una piccola fettina di foto a fuoco.
Questo puo' farmi scoprire un taglio che non avevo notato, un dettaglio o qualcos'altro che attiri la mia attenzione, eliminando cio' che semplicemente guardando mi attira per primo.
Questo serve un po a espandere i propri orizzonti fotografici, cercando di ingannare il nostro gusto non facendogli vedere solo cio che vuole "lui".
Una volta deciso il soggetto da ritrarre sarà necessario disporre di un'ottica luminosa, che mi permetta di isolare il punto di interesse che ho identificato


Una volta deciso il soggetto da ritrarre sarà necessario disporre di un'ottica luminosa, che mi permetta di isolare il punto di interesse che ho identificato.
Con questo mi ricollego anche all'articolo sull'attrezzatura, perchè per "esplorare" piu' precisamente il fotogramma mi servirà un'ottica con una ghiera di messa a fuoco con una gran estensione, molto precisa, che le ottiche "di base" solitamente non offrono.
La foto sopra è scattata con un 50mm F1,2 L, che oltre ad essere molto molto luminoso ha anche una ghiera di messa a fuoco molto "estesa" che mi permette di esplorare precisamente le zone a diversa distanza da me.


Che ne pensate di questa "mia" tecnica?

11/12/2011

Lo Sfocato

Provo a scrivere qualcosa in merito allo sfocato (non inteso come foto fuori fuoco ma come ciò che contorna le zone nitide della foto) in quanto è una delle cose che mi colpiscono di piu' in una foto.
In giapponese si definisce "Bokeh" (rimando gli interessati a wikipedia) ed è caratteristico di ogni obiettivo.
Ritengo che lo sfocato sia parte molto importante in una foto e che possa impreziosirla o rovinarla.

Ci sono obiettivi che fanno uno sfocato molto "duro" (esiste una netta differenza si nitidezza fra le zone a fuoco e quelle fuori fuoco) e obiettivi che fanno uno sfocato "morbido" (la differenza di nitidezza fra le zone a fuoco e quelle non a fuoco è molto piu' lineare).
Personalmente adoro entrambi i tipi, basta che "ce ne sia molto!".


Due esempi:

Sfocato duro



















La zona fuori fuoco (sostanzialmente il riflesso della luce solare sull'acqua di mare) prende l'aspetto di cerchietti molto nitidi e incisi (all'interno dei quali vi sono delle aberrazioni cromatiche marcate)
Questo scatto è fatto con EOS 5D e obiettivo SuperTakumar 50mm f1,4 (gli obiettivi super takumar presentano tutti questo tipo di sfocato molto netto)




Sfocato morbido

























Qua si passa dalla zona a fuoco a quella fuori fuoco in maniera molto piu graduale (questo è piu indicato per i ritratti).
Questo scatto è stato fatto con EOS 5D e obiettivo Canon EF50mm f1,2.


Per il mio gusto ritengo che non esista uno sfocato in assoluto piu piacevole di un altro, entrambe le tipologia si addicono piu o meno a certi scatti.
Personalmente tendo a scattare quasi sempre a diaframmi molto aperti, per avere tridimensionalità nella foto, di conseguenza ho sempre ampie zone sfocate (il che aiuta, in caso di ritratto o simile, a isolare il soggetto dallo sfondo).
In rete si trovano gallerie intere incentrate sulla qualità dello sfocato negli scatti, io stesso ho creato un album dedicato nel mio Flickr.

Voi che ne pensate?












11/09/2011

L'importanza dell'attrezzatura

Quanto conta l'attrezzatura per la buona riuscita delle nostre foto?
In buona sostanza, per fare delle buone foto ci serve per forza della buona attrezzatura?
La risposta è: NO! La foto la pensa il fotografo e la fotocamera è solo un mezzo.
Credo che questa affermazione sia vera in parte;quando il fotografo inizia a voler andare oltre le regole (e Qui vi rimando ad un precedente articolo) c'è bisogno di un'attrezzatura che possa permettere alcuni "lussi".

Un esempio puo essere la voglia di catturare un'evento veloce in condizioni di luce scarsa; c'è bisogno di un corpo macchina con un autofocus che sia in grado di effetturare una messa a fuoco precisa anche con poca luce; un obiettivo sufficentemente luminoso e con autofocus rapido; un sensore in grado di generare file con poco rumore anche a ISO alti.

Questo è solo un esempio, ma personalmente credo che un'attrezzatura di buon livello sia necessaria per avere piu controllo su ciò che si vuole fare.

Ovviamente (come suddetto) l'abilità è tutto; potrò vedere foto emozionanti fatte da ottimi fotografi forniti di attrezzatura scarsa, come foto di bassa qualità realizzate da inesperti con attrezzatura top di gamma.

Voi che ne pensate?...

11/08/2011

Le regole: Con il cuore o con la mente?

Ciao a tutti.
Propongo un altro argomento a mio avviso interessante; le regole nella fotografia.
Non appena ci si iscrive a un corso di fotografia la nostra mente viene invasa da un mondo di regole riguardanti sia il modo di usare le impostazioni della fotocamera che l'inquadratura vera e propria (il taglio).
Questo permette senza dubbio a tutti coloro che imparano queste regole a portare a casa delle foto corrette dal punto di vista tecnico...fin qui non si scappa.
Ma queste foto sono anche capaci di emozionare?....non si rischia di creare delle foto prive di personalità rispettando regole create negli anni?

Ricollegandomi a Perchè fotografare mi chiedo: perchè seguire delle regole se la fotografia rappresenta il nostro modo di vedere il mondo?


La mia idea è che le regole devono rappresentare una strada da seguire per far si che l'immagine sia "piacevole ed equilibrata" per gli standard "mentali" dell'uomo, ma ognuno di noi deve interpretarle come meglio crede e non necessariamente rispettare un taglio piuttosto che un altro.
 Mi sento quindi di dire che personalmente ritengo si possano creare immagini piu emotive scattando con un po piu di cuore piuttosto che pensando a quanto scritto sui libri.


11/07/2011

Perchè fotografare

Spesso nei forum o anche su facebook si sente parlare di "perchè fate foto?", i commenti sono i piu disparati solitamente:

Passione (molto semplicemente)
Soldi
per farlo vedere agli altri
Per passare il tempo
etc etc.

Personalmente non ho un'idea chiara del perchè mi piace fare foto, probabilmente è un'insieme dei motivi citati sopra (per la maggiorparte dei fotoamatori non rientra la voce "Soldi" o, quantomeno questi non vengono incassati ma bensi' spesi...ma questo è un'altro discorso).
Ragionando un pò mi viene in mente che lo faccio per evadere dalla realtà di tutti i giorni, per catapultarmi in un "mio mondo" dove sono padrone di ogni scelta e posso plasmare tutto (o quasi) a mio piacimento; questo è comunque incompleto, perchè se l'interesse fosse solo quello di evadere non sentirei il bisogno di condividere con gli altri le mie foto per ricevere consigli e commenti.
La fotografia per me è quindi un modo di evadere dalla realtà (come molti altri ne esistono), ma permette una cosa che non è possibile in altri modi, far vedere agli altri com'è la "mia realtà" o comunque qualcosa che si avvicina ad essa, provando a suscitare qualcosa negli altri, un'emozione.

Questa mia idea odierna è sicuramente incompleta, me ne rendo conto scrivendola. Al momento ( e forse mai) però non sono in grado di capire me stesso in modo da darne una descrizione piu precisa e ponderata.
Chiudo chiedendo a chi legge di esprimere una sua idea (la quale potrebbe aiutare anche me a capire meglio la mia).
Ciao


11/06/2011

La Postproduzione

Ciao a tutti!
Proverò a descrivere il mio modo di vedere la postproduzione.
Nelle mie prime foto la postproduzione era totalmente assente, era un semplice intervento di aumento di nitidezza o saturazione colori; niente comunque che modificasse la foto nelle luci o nei "lineamenti".

Come scritto nel mio primo post la postproduzione fatta con photoshop per me è iniziata dopo il mio primo workshop, un amico mi insegno i fondamenti della postproduzione per i ritratti e da li partii nella ricerca di uno stile mio anche per la postproduzione.
Cominciai quindi con comandi semplici, atti a "pulire" il viso o donare un po piu di luce e dettaglio agli occhi del soggetto, cercando di affinare, rendendo il mio intervento il meno invasivo possibile (salvo rari casi dove volevo si vedesse).
La cosa che piu mi premeva era appunto non far vedere il mio zampino e quindi lasciavo immutate certe cose se non ero sicuro di come intervenire (questa cosa la faccio anche adesso).
Successivamente iniziai a modificare le "luci" cercando anche un po di "porre rimedio" a certe carenze di produzione vera e propria.
Qui sotto un esempio di postproduzione dove si vede il "prima" e il "dopo" :



 La postproduzione mi ha portato anche a convertire molti dei miei scatti in bianco e nero.
Inizialmente (a volte tuttora) convertivo un file in bianco e nero se a colori avevo tonalità spente o comunque accostamenti di colore sgradevoli, adesso mi piace su quasi tutti gli scatti e mi piace un bianco e nero molto estremo, molto contrastato e magari con della Grana.
Un mix fra classico e moderno.


Ovviamente, sia per il colore che per il bianco e nero, cerco di adattare i miei gusti di scatto in scatto.
Ogni foto la penso nel suo contesto, cercando di fare una postproduzione che si adatti di volta in volta (quantomeno per scatti street).
Detto questo, si sarà capito che sono molto aperto a tutto per cio che riguarda la postproduzione, a meno che ciò non vada a modificare la "realtà" troppo pesantemente (mai dire mai..ma non mi piace modificare i lineamenti o cose simili) posso togliere lo "sporco" da un muro...un brufolo....le imperfezioni della pelle....ma non leverò la "pancetta" o simili.

Per chi legge, mi farebbe piacere qualche controbattuta
Ciao



11/05/2011

Tra analogico e digitale!

Passo subito ad un argomento delicato; l'eterna lotta fra Analogico e Digitale.
Come avrete capito dal mio primo post sul blog ho iniziato a fotografare in digitale, quest'estate però mi sono voluto avvicinare anche al mondo analogico (complice un amico che mi mostrò una fantastica medio formato a pozzetto) e da qui ho subito scoperto l'ebrezza del fotografare in modo "incerto" rispetto a quanto fatto sino ad allora con la mia digitale.
L'analogico porta a uno studio piu accurato di cio che si vuole riprendere per evitare di sprecare i pochi scatti solitamente a disposizione (nel mio caso solo 12; in quanto ho iniziato con una Gloriosa Yashica MAT 124G di cui parlerò dopo) quindi personalmente ritengo sia molto istruttivo in quanto si impara ad avere piu' coscenza di cio che si fa e si tende a centellinare il piu possibile gli scatti (di questo è complice anche l'assenza di autofocus che impone un'attenta focheggiatura manuale per poi non pentirsi "oh che bello scatto...peccato sia fuori fuoco!").
Detto questo tengo a precisare che non snobbo il digitale, amo entrambe le modalità e quando esco per fare foto spesso mi porto entrambe le fotocamere.
Per il digitale uso 2 fotocamere:
EOS 5D (come detto nella presentazione) per la maggior parte dei miei scatti.

Fotocamera digitale Full Frame da 12mpx








EOS 1D (la prima versione, comprata usata ad una cifra ridicola) è uno sfizio costato poco per provare l'ebrezza di un corpo professionale a tutto tondo.

Fotocamera digitale con sensore APS-H da 4.8mpx







Entrambe soddisfacenti sotto diversi aspetti.
La 5D per la risoluzione e dettaglio del file che produce (nonchè per la qualità dello sfocato dovuta al sensore full-frame) la 1D dal punto di vista della velocità dell'autofocus (punto debole della 5D) e della cadenza di scatto @8 foto al secondo.

Anche per quanto riguarda l'analogico ho 2 fotocamere:
Yashica MAT 124G (medio formato 6x6)

Fotocamera analogica per pellicola formato 6X6











Pentax K1000 (fotocamera di mia mamma)

Fotocamera analogica per pellicola formato 35mm








Anche queste due fotocamere (seppur profondamente diverse) mi piacciono molto da usare e hanno un approccio per me molto magico con la foto.
Specialmente la Yashica mi incanta, guardare dentro il pozzetto è sempre magnifico.



Secondo la mia filosofia anche le foto in analogico passano comunque da photoshop, mi sviluppo in casa i rullini (rigorosamente in bianco e nero) e poi li scannerizzo per renderli file come quelli delle digitali. Da qua correggo come farei nella fotocamera digitale.
Con questo chiudo (per ora) la parentesi Analogico/digitale.
ps. Sempre nella mia galleria Flickr potete vedere degli scatti in analogico, scrivo sempre i dati di scatto sotto le mie foto.
Questa è una di quelle:
Foto a Pisa

11/04/2011

Inizio Della mia avventura

Ciao, Mi chiamo Damiano Serra e ho 23 anni e questo è il mio primo messaggio da "Blogger".
Come primo post scriverò qualcosa su di me...sul mio inizio con la fotografia e sulle prime evoluzioni.
Ho iniziato a fare foto quasi per gioco, sfruttando la fotocamera acquistata da mia mamma nel 2009 (una entry level Canon) da li mi sono subito reso conto che ero attratto dal fare foto, dal mostrare agli altri qualcosa nel modo in cui l'avevo visto io.
E' stato il primo passo, fotografavo qualsiasi cosa vedessi, a casa o in giro qualsiasi cosa mi attirasse l'attenzione diventava un soggetto per le mie foto.
Notai ben presto che avevo la predisposizione ad avvicinarmi il piu possibile a cio che fotografavo; decisi cosi (con i consigli di un amico) di acquistare un obiettivo macro con il quale avrei potuto riempire il fotogramma con i piu piccoli dettagli (prevalentemente erano piccoli componenti elettronici o insetti).
Felicissimo del mio acquisto mi resi conto ben presto che la fotocamera in mio possesso non mi permetteva di scattare esattamente come volevo io in quanto limitata dall'elevato rumore a ISO alti e dalla scarsa definizione del sensore.
Dopo un paio di mesi spesi a cercare informazioni su quelli di cui avrei avuto bisogno per soddisfare le mie esigenze all'inizio del 2010 acquistai una EOS 5D da un amico e qui mi si apri un nuovo mondo!
Inizio un susseguirsi di cambi di obiettivi (che perdura anche adesso) e scoprii pian piano che ciò che avevo fatto sino ad allora era solamente un gioco, senza ragionamento e coscienza di quel che facevo realmente (questo non lo capii immediatamente ovviamente).
Continuai per qualche mese per la strada precedente, fotografando insetti e affini e sfociando qualche volta in paesaggi o dettagli un po piu ampi.
La vera svolta fu provocata da un corso di fotografia, dove aprii gli occhi sulle "regole" fondamentali  e iniziai ad impegnarmi mentalmente sulle foto, cercando di ottenere qualcosa che gia mi prefiguravo in testa e non scattando cercando di ottenre qualcosa di buono per pura fortuna.
Con altri amici iniziai a fotografare le cose cercando di darne una visione "Mia".
A questo punto i soggetti piu comuni delle mie foto erano ancora oggetti inanimati o comunque scatti con espressioni "rubate", mai con qualcuno come soggetto principale e conscio.
L'evoluzione successiva fu un Workshop a cui partecipai, durante il quale ebbi a che fare con delle modelle e da li iniziò una passione per il "ritratto".
Questo per me volle dire iniziare anche ad utilizzare photoshop (che sino a quel momento usavo a livello molto molto base, modificando poche cose nelle foto giusto per renderle piu sature o piu nitide) e qua si entra gia in uno dei piu discussi temi riguardanti la fotografia.... Il Fotoritocco, per il quale tenterò di esporre la mia visione prossimamente.
Come dicevo, il Workshop mi portò ad apprezzare anche l'emozione umana nei miei scatti, quindi iniziai a fare foto "street" e ad eventi e fiere nel circondario, inseguendo un ritratto o cercando di immortalare un qualche evento per me interessante.

Detto questo credo di aver riassunto (mica poi tanto) i miei primi step nel modo di vedere la fotografia.
L'evoluzione continua, un giorno sono convinto di una cosa e il giorno dopo del contrario, ma credo sia perchè tutto sommato sono all'inizio (2 anni...considerando che i primi 6 mesi fotografavo poco rispetto a ora) e comunque sono aperto alle idee degli altri e al confronto.
Chiudo con un link al mio album Flickr, in modo che chi è interessato possa vedere qualche mia foto (sono tutte fatte nell'ultimo anno, quelle precedenti per quanto mi abbiano fatto da formazione le reputo assolutamente scadenti per molti aspetti)
http://www.flickr.com/photos/damianoserra/

Nei prossimi giorni proverò a esporre qualche idea su qualche tema riguardante la foto, per vedere se qualcuno partecipa.

Ciao e grazie per la lettura!