L'anno volge al termine, come consuetudine posto una sorta di riassunto di quello che è stato il 2014; fotograficamente parlando.
Il 2014 è stato un anno di "ricerca" [che prosegue tutt'ora].
Ho acquistato nuovamente un obiettivo Zoom; il 16-35mm f4 L IS di Canon, ho usato poco le lenti che ho sempre tenuto montate sulla fotocamera [il 50mm f1.0 e l'85mm 1.2] prediligendo focali corte [con le quali ho fatto prove anche nella ritrattistica].
In occasione del viaggio a Donna Nook [viaggio sul quale presto pubblicherò un articolo] mi sono procurato un 300mm f4 L, dando via il vecchissimo 200mm f2,8 L.
Durante l'anno a casa è arrivato anche un magnifico e quantomai particolare Lomography Petzval, un 85mm f2.2 molto particolare [purtroppo ancora non l'ho usato a sufficienza per pubblicare qualche foto degna di nota].
Ad inizio anno mi sono procurato anche una vecchia Polaroid, il fascino delle istantanee mi ha sempre attirato e finalmente ho potuto sperimentarle a dovere; divertendomi veramente molto scattando con un approccio totalmente diverso dal solito.
Insomma, qualche cambiamento di ottiche e tanta sperimentazione; ma la cosa piu' bella fotograficamente sono state le esposizioni alle quali ho avuto l'onore di partecipare; è oltremodo stimolante vedere le proprie foto esposte da qualche parte, poter vedere le facce e sentire i commenti delle persone che le guardano; è impagabile!
Nel corso dell'anno ho preso parte a due workshop molto interessanti; uno presso il Btomic, tenuto da Settimio Benedusi, l'altro presso l'officina Fotografica, tenuto da Giovanni Gastel; entrambi centrati prevalentemente sull'approccio, sull'aspetto psicologico della fotografia [personalizzato ovviamente attorno ai due grandi personaggi]; mi sento di dire che queste due esperienze mi hanno lasciato il segno, le personalità come queste in un modo o nell'altro lasciano una traccia quando si ha l'interesse giusto per cercare di ascoltare.
Insomma, in definitiva un bell'anno; sono soddisfatto dei risultati ottenuti;
Vi lascio quindi alle foto che reputo piu significative di questo anno, anche se molte altre ne ho realizzate.
12/26/2014
10/21/2014
Perchè Fotografare "MKII"
Ciao!
Provo a riscrivere qualcosa su di un tema abbastanza popolare, in merito ad una questione che un pò tutti noi che fotografiamo da tempo ci siamo posti almeno una volta.
perchè Fotografiamo???
Provai a rispondere, per quel che è il mio pensiero, in questo articolo di qualche anno fa...
Perchè Fotografare
Le considerazioni di allora sono ancora valide ma, credo di aver maturato qualcosa di piu' preciso.
Sicuramente per me la fotografia rappresenta un'evasione dalla realtà, sia quando scatto qualcosa partendo da foglio bianco, sia quando scatto "interpretando" qualcosa di realmente esistente.
Personalmente vivo la composizione dell'inquadratura come personalizzazione di quella che è la realtà oggettiva delle cose che ho davanti [questo vale per tutti].
La scelta dell'obiettivo, la scelta della tecnica di ripresa, la scelta dell'inquadratura e infine, la postproduzione; sono il processo completo che mi permette di materializzare, a video, quel che è la mia interpretazione di un determinato contesto.
Tutte le fasi dello scatto, quindi, fanno parte del processo creativo che porta a creare l'immagine completa; a cominciare dall'idea, passando per lo scatto [con tutto quel che comporta] e concludendosi con la postproduzione.
E' tutto questo processo quindi a formare la "fotografia", ed è esso stesso quindi a creare l'evasione.
Con uno scatto still life vado a fotografare quello che solitamente per me è la rappresentazione di un concetto.
Con uno scatto di architettura solitamente isolo una parte di una struttura, distogliendo quindi dalla visione completa della stessa e andando quindi a decontestualizzare quella porzione.
Con un ritratto la cosa si fà mista, se la foto è frutto di un'idea "concettuale", il processo creativo è completo [per quanto esso sia sempre e comunque influenzato dalla personalità e dalla presenza della persona che vado a ritrarre] ; se lo scatto è un "semplice" ritratto allora viene meno l'esternarsi dalla realtà, perchè nel ritratto [nella filosofia di ritratto che ho io almeno] dovrebbe emergere proprio qualcosa di reale, qualcosa che rappresenti l'essenza del soggetto stesso.
Per il paesaggio la cosa è nuovamente mista, se cerco un dettaglio specifico e lo decontestualizzo, faccio qualcosa di simile a quanto fatto nell'architettura, se riprendo un paesaggio nel modo convenzionale mi "limito" a riprendere una scena esistente [per quanto sia comunque personalizzabile agendo su quella che è la tecnica di ripresa; usando filtri ND per esempio].
Aggiorno quindi con questa frase il mio perchè!
La fotografia per me è prevalentemente un modo per esternarmi dalla realtà, per formare un'immagine che rappresenti un'ideale [quanto piu perfetto possibile] di qualcosa che ho nella mia immaginazione, o addirittura nel mio inconscio.
Spesso però è anche un modo per rappresentare in un'immagine qualcosa di reale o, quantomeno qualcosa che è per me reale, che sia la descrizione di una persona, piuttosto che la rappresentazione di una situazione di vita.
Varia quindi da contesto a contesto quel che viene vissuto durante un'uscita fotografica, e non bastano di certo poche parole o poco tempo a descrivere tutta una mescolanza di emozioni e meccanismi che vengono vissuti in modo naturale, ma che sono sempre difficili da "sviscerare".
C'è chi predilige un genere e si focalizza molto su quello [questo può rendergli piu agevole la spiegazione del suo "perchè fotografare"]
Io mi sento di dire che la fotografia in genere mi piace e posso quindi passare dal pensare "che bello questo tramonto, me lo voglio immortalare".... al, "cavolo che idea che mi è venuta, devo trovare il modo di renderla visiva".
Quindi, concludendo;
Fotografo perchè la fotografia mi permette di generare immagini che rappresentano me stesso, partendo da quel che sono io come persona [e che quindi non si vede, se non conoscendomi bene] passando per quel che vivo tutti i giorni, il mio rapporto con le persone che mi stanno attorno e, non ultimo, come guardo ciò che mi circonda.
Anche questo sicuramente è incompleto, ma sento di aver fatto un passo avanti [che forse nella mia mente è ancora un poco oltre, ma che non sono ancora in grado di estrapolarlo e scriverlo].
I pareri, come sempre, sono beneaccetti!
Alla prossima!
Provo a riscrivere qualcosa su di un tema abbastanza popolare, in merito ad una questione che un pò tutti noi che fotografiamo da tempo ci siamo posti almeno una volta.
perchè Fotografiamo???
Provai a rispondere, per quel che è il mio pensiero, in questo articolo di qualche anno fa...
Perchè Fotografare
Le considerazioni di allora sono ancora valide ma, credo di aver maturato qualcosa di piu' preciso.
Sicuramente per me la fotografia rappresenta un'evasione dalla realtà, sia quando scatto qualcosa partendo da foglio bianco, sia quando scatto "interpretando" qualcosa di realmente esistente.
Personalmente vivo la composizione dell'inquadratura come personalizzazione di quella che è la realtà oggettiva delle cose che ho davanti [questo vale per tutti].
La scelta dell'obiettivo, la scelta della tecnica di ripresa, la scelta dell'inquadratura e infine, la postproduzione; sono il processo completo che mi permette di materializzare, a video, quel che è la mia interpretazione di un determinato contesto.
Tutte le fasi dello scatto, quindi, fanno parte del processo creativo che porta a creare l'immagine completa; a cominciare dall'idea, passando per lo scatto [con tutto quel che comporta] e concludendosi con la postproduzione.
E' tutto questo processo quindi a formare la "fotografia", ed è esso stesso quindi a creare l'evasione.
Con uno scatto still life vado a fotografare quello che solitamente per me è la rappresentazione di un concetto.
Con uno scatto di architettura solitamente isolo una parte di una struttura, distogliendo quindi dalla visione completa della stessa e andando quindi a decontestualizzare quella porzione.
Con un ritratto la cosa si fà mista, se la foto è frutto di un'idea "concettuale", il processo creativo è completo [per quanto esso sia sempre e comunque influenzato dalla personalità e dalla presenza della persona che vado a ritrarre] ; se lo scatto è un "semplice" ritratto allora viene meno l'esternarsi dalla realtà, perchè nel ritratto [nella filosofia di ritratto che ho io almeno] dovrebbe emergere proprio qualcosa di reale, qualcosa che rappresenti l'essenza del soggetto stesso.
Per il paesaggio la cosa è nuovamente mista, se cerco un dettaglio specifico e lo decontestualizzo, faccio qualcosa di simile a quanto fatto nell'architettura, se riprendo un paesaggio nel modo convenzionale mi "limito" a riprendere una scena esistente [per quanto sia comunque personalizzabile agendo su quella che è la tecnica di ripresa; usando filtri ND per esempio].
Aggiorno quindi con questa frase il mio perchè!
La fotografia per me è prevalentemente un modo per esternarmi dalla realtà, per formare un'immagine che rappresenti un'ideale [quanto piu perfetto possibile] di qualcosa che ho nella mia immaginazione, o addirittura nel mio inconscio.
Spesso però è anche un modo per rappresentare in un'immagine qualcosa di reale o, quantomeno qualcosa che è per me reale, che sia la descrizione di una persona, piuttosto che la rappresentazione di una situazione di vita.
Varia quindi da contesto a contesto quel che viene vissuto durante un'uscita fotografica, e non bastano di certo poche parole o poco tempo a descrivere tutta una mescolanza di emozioni e meccanismi che vengono vissuti in modo naturale, ma che sono sempre difficili da "sviscerare".
C'è chi predilige un genere e si focalizza molto su quello [questo può rendergli piu agevole la spiegazione del suo "perchè fotografare"]
Io mi sento di dire che la fotografia in genere mi piace e posso quindi passare dal pensare "che bello questo tramonto, me lo voglio immortalare".... al, "cavolo che idea che mi è venuta, devo trovare il modo di renderla visiva".
Quindi, concludendo;
Fotografo perchè la fotografia mi permette di generare immagini che rappresentano me stesso, partendo da quel che sono io come persona [e che quindi non si vede, se non conoscendomi bene] passando per quel che vivo tutti i giorni, il mio rapporto con le persone che mi stanno attorno e, non ultimo, come guardo ciò che mi circonda.
Anche questo sicuramente è incompleto, ma sento di aver fatto un passo avanti [che forse nella mia mente è ancora un poco oltre, ma che non sono ancora in grado di estrapolarlo e scriverlo].
I pareri, come sempre, sono beneaccetti!
Alla prossima!
9/28/2014
Acmè
Ho recentemente preso parte ad Acmè, interessantissima manifestazione svoltasi in data 5-6-7 settembre presso la Cittadella di Sarzana.
Ecco il sito internet dell'evento:
Acmè Sarzana
Tutto nacque lo sorso anno, quando andai a vedere i lavori esposti dall'amico Simone Conti; mi venne subito l'idea di provare a partecipare al bando per l'edizione successiva.
Visitando i vari stand presenti si sentiva un bel clima, tanta gente giovane e con idee brillanti e in generale si respirava aria buona!
Usciti i bandi di partecipazione mi accingo quindi a scegliere che progetto presentare!
Mi scervello un pò, scelgo varie foto che possono rappresentarmi o comunque che possono essere legate fra di loro da qualcosa di ben saldo.
Dopo incertezze varie mi decido a presentare quello che alla fine è il mio unico "progetto" fotografico basato su di un'idea concreta e non solo su un filo conduttore dettato dalla tipologia di foto [architettura, still life, ritratto].
Il progetto scelto è quindi PARADOSSO ; prima parte di quello che spero diventi in futuro un lavoro piu ampio, costituito da varie scenografie.
Carico le mie foto e descrivo brevemente il progetto presentato... restando poi in attesa della chiusura del bando.
Ad agosto scopro di essere passato e sono felice di apprendere che potrò dare visibilità a quelle tre foto che tanto amo! [ci tengo in particolar modo per quello che sono come immagini fini a se stesse, ma soprattutto per tutto quello che c'è stato attorno, per gli amici che mi hanno aiutato a realizzarle e per la giornata stessa nella quale sono state fatte!].
Fra una cosa e l'altra i giorni della mostra arrivano in fretta e mi trovo a dover pensare ad un allestimento per presentarle nel migliore dei modi.
Anche in questo caso è findamentale la partecipazione degli amici, che mi consigliano e mi danno spunti creativi sui quali poter elaborare un'idea valida!
Arriva il giorno dell'allestimento e già respiro meglio, il clima è ottimo, ci sono belle persone, cordiali e disponibili con le quali condividere le sensazioni provate.
Nel giro di un paio d'ore riesco ad allestire tutto come mi ero prefissato, andando ad elemosinare una gruccia alla quale non avevo pensato!
[Grazie a Melissa Mariotti per la foto!]
Nelle stanze a disposizione i treppiedi per l'esposizione delle foto fanno molto comodo, mi evitanto di dover inchiodare le foto al muro e mi permettono di illuminarle a modo con dei banali faretti a led. [Grazie mille Simone Conti per avermi prestato i treppiedi!];
Dei ganci al soffitto mi permettono di appendere la camicia di forza [Grazie a Chiara e Lisa Cecchinelli per la preziosa gruccia! ;) ];
Un tavolino mi permette di esporre uno stetoscopio e vari altri attrezzi da dottore, assieme ad un camice [Grazie a Matteo Segnani per il tavolino e a Claudio Montegriffo per lo stetoscopio, parte anche delle foto originali].
Le foto sono stampate direttamente su forex presso la ditta PED [convenzionata con Acmè per l'evento].
Il giorno dell'inaugurazione rimango alla cittadella praticamente tutto il giorno, godendomi gli ultimi preparativi dello staff, e in generale conoscendo buona parte degli altri artisti presenti!
All'apertura dei cancelli al pubblico tutto si anima.
Tanta gente passa a visitare ed è bello starsene nei pressi delle proprie foto ad osservare ed ascoltare i commenti delle persone.
Ancora piu' bello è trovare i propri amici, passati a vedere l'esposizione; percepire che la cosa gli interessa e hanno piacere nel vedere il mio entusiasmo!
L'emozione maggiore l'ho avuta dal passaggio dei miei due modelli, Claudio e Valentina, fargli indossare le magliette che ho stampato per l'occasione e vederli entusiasti del lavoro è stato veramente soddisfacente! [grazie a Marco Paluffi che ha scattato queste foto]
I tre giorni di festival sono scivolati via rapidamente [troppo rapidamente] e la soddisfazione è stata veramente tanta.
Qua potete trovare [se connessi a Facebook] una carrellata di foto realizzate durante i tre giorni [alcune da me]
Acmè 2014
Concludo con la speranza di poter prendere di nuovo parte a questo evento il prossimo anno, per poter rivivere in quel bel clima; quasi ad avere la sensazione di scappare dalla vita quotidiana.
Grazie ancora a tutti voi che siete passati a trovarmi e grazie anche a chi non è passato ma era comunque presente con la mente!
Ecco il sito internet dell'evento:
Acmè Sarzana
Tutto nacque lo sorso anno, quando andai a vedere i lavori esposti dall'amico Simone Conti; mi venne subito l'idea di provare a partecipare al bando per l'edizione successiva.
Visitando i vari stand presenti si sentiva un bel clima, tanta gente giovane e con idee brillanti e in generale si respirava aria buona!
Usciti i bandi di partecipazione mi accingo quindi a scegliere che progetto presentare!
Mi scervello un pò, scelgo varie foto che possono rappresentarmi o comunque che possono essere legate fra di loro da qualcosa di ben saldo.
Dopo incertezze varie mi decido a presentare quello che alla fine è il mio unico "progetto" fotografico basato su di un'idea concreta e non solo su un filo conduttore dettato dalla tipologia di foto [architettura, still life, ritratto].
Il progetto scelto è quindi PARADOSSO ; prima parte di quello che spero diventi in futuro un lavoro piu ampio, costituito da varie scenografie.
Carico le mie foto e descrivo brevemente il progetto presentato... restando poi in attesa della chiusura del bando.
Ad agosto scopro di essere passato e sono felice di apprendere che potrò dare visibilità a quelle tre foto che tanto amo! [ci tengo in particolar modo per quello che sono come immagini fini a se stesse, ma soprattutto per tutto quello che c'è stato attorno, per gli amici che mi hanno aiutato a realizzarle e per la giornata stessa nella quale sono state fatte!].
Fra una cosa e l'altra i giorni della mostra arrivano in fretta e mi trovo a dover pensare ad un allestimento per presentarle nel migliore dei modi.
Anche in questo caso è findamentale la partecipazione degli amici, che mi consigliano e mi danno spunti creativi sui quali poter elaborare un'idea valida!
Arriva il giorno dell'allestimento e già respiro meglio, il clima è ottimo, ci sono belle persone, cordiali e disponibili con le quali condividere le sensazioni provate.
Nel giro di un paio d'ore riesco ad allestire tutto come mi ero prefissato, andando ad elemosinare una gruccia alla quale non avevo pensato!
[Grazie a Melissa Mariotti per la foto!]
Nelle stanze a disposizione i treppiedi per l'esposizione delle foto fanno molto comodo, mi evitanto di dover inchiodare le foto al muro e mi permettono di illuminarle a modo con dei banali faretti a led. [Grazie mille Simone Conti per avermi prestato i treppiedi!];
Dei ganci al soffitto mi permettono di appendere la camicia di forza [Grazie a Chiara e Lisa Cecchinelli per la preziosa gruccia! ;) ];
Un tavolino mi permette di esporre uno stetoscopio e vari altri attrezzi da dottore, assieme ad un camice [Grazie a Matteo Segnani per il tavolino e a Claudio Montegriffo per lo stetoscopio, parte anche delle foto originali].
Le foto sono stampate direttamente su forex presso la ditta PED [convenzionata con Acmè per l'evento].
Il giorno dell'inaugurazione rimango alla cittadella praticamente tutto il giorno, godendomi gli ultimi preparativi dello staff, e in generale conoscendo buona parte degli altri artisti presenti!
All'apertura dei cancelli al pubblico tutto si anima.
Tanta gente passa a visitare ed è bello starsene nei pressi delle proprie foto ad osservare ed ascoltare i commenti delle persone.
Ancora piu' bello è trovare i propri amici, passati a vedere l'esposizione; percepire che la cosa gli interessa e hanno piacere nel vedere il mio entusiasmo!
L'emozione maggiore l'ho avuta dal passaggio dei miei due modelli, Claudio e Valentina, fargli indossare le magliette che ho stampato per l'occasione e vederli entusiasti del lavoro è stato veramente soddisfacente! [grazie a Marco Paluffi che ha scattato queste foto]
I tre giorni di festival sono scivolati via rapidamente [troppo rapidamente] e la soddisfazione è stata veramente tanta.
Qua potete trovare [se connessi a Facebook] una carrellata di foto realizzate durante i tre giorni [alcune da me]
Acmè 2014
Concludo con la speranza di poter prendere di nuovo parte a questo evento il prossimo anno, per poter rivivere in quel bel clima; quasi ad avere la sensazione di scappare dalla vita quotidiana.
Grazie ancora a tutti voi che siete passati a trovarmi e grazie anche a chi non è passato ma era comunque presente con la mente!
9/08/2014
Tre Cime Famose Anno II
Dopo un anno sono tornato alle Tre Cime di Lavaredo, un posto sempre emozionante.
Lo scorso anno fu una toccata e fuga, andata e ritorno nel giro di due giorni appena [partendo da La Spezia]; questa volta ce la siamo presa con più calma, partenza 28 agosto, rientro 31 agosto.
Ecco l'articolo scritto la scorsa volta:
Tre cime Famose
Comincio con l'esporre le differenze fra i due viaggi:
Innanzitutto le tempistiche; diversamente dalla scorsa esperienza questa volta partiamo con la dovuta calma, 4 giorni di tempo sono tanti rispetto a 2, considerando anche il tempo necessario a raggiungere il rifugio Auronzo [dal quale si parte poi a piedi per raggiungere il rifugio Locatelli, dove abbiamo pernottato];
Preparazione ed organizzazione delle risorse fotografiche e del vestiario, lo scorso anno siamo partiti alla volta delle tre cime utilizzando dei comuni zaini per utilizzo fotografico [io addirittura utilizzai uno zaino monospalla], colmi di obiettivi e pesi inutili.
Questa volta ci siamo organizzati meglio, suddividendoci gli obiettivi utili [evitando doppioni] ed utilizzando zaini da trekking, decisamente piu capienti e adatti al trasporto per tempi prolungati di pesi elevati.
Conoscenza del luogo, delle dinamiche che avremmo trovato, banalmente tutto frutto dell'esperienza della volta precedente!
Quella che non è cambiata affatto è la smania di fotografare, di rilassarsi in un luogo eccezionale, di mangiare pasta alla carbonara [si, alla carbonara... alle tre cime] e di far colazione con le uova e lo speck!
L'attrezzatura che mi sono portato via, come detto, l'ho ridotta all'osso.
Memore dell'esperienza precedente ho optato per soli tre obiettivi:
Canon EF 16-35 f4 L IS [per uso generico paesaggistico];
Canon EF 24 f1.4 L [per le stelle];
Pentax Super Takumar 50mm f1.4 [per foto generiche, pensando di utilizzarlo nei boschi limitrofi].
Avrei voluto ovviamente portare molto altro come obiettivi, il 200 f2.8; il 50 1.0... fisheye... lensbaby...
Ma tutto ha un peso e considerando le camminate che ci aspettavano ho deciso di rimanere molto minimalista; complice anche l'attrezzatura portata dagli altri partecipanti che offriva:
Canon EF 70-200 f2,8 L;
Canon EF 24-105 f4 L IS;
Canon EF 50mm f1.8;
Canon EF 17-40 f4 L;
Moltiplicatore 2x Canon;
Sigma 180mm f3.5 Macro;
Sigma 15mm fisheye.
Insomma, avevamo proprio tutto il necessario praticamente.
Come corpo macchina ho optato ovviamente per la mia fidatissima Canon 1Ds MKIII.
Il resto dell'attrezzatura "fotografica" prevedeva poi
Hard Disk;
CF in quantità;
Laser [per la messa a fuoco notturna];
Filtro ND da 10 Stop;
Cavo di scatto remoto;
Treppiedi [con testa a sfera, per la leggerezza];
Adattatori per i filtri;
Cavo e telefono con l'app "DSLR Controller" per effettuare una messa a fuoco di precisione sul monitor del cellulare;
3 batterie per la fotocamera [senza caricabatterie, data la durata delle stesse];
Panno di pulizia [non è bello trovarsi la senza averlo, la lente sporca può provocare sgradevoli sorprese];
Tutto il resto dello zaino l'ho occupato con vestiti di ricambio, cappello, sciarpa, guanti... prevedendo il freddo notturno ed eventuali scrosci d'acqua.
Qua e la delle provviste di cibo, una sacca dell'acqua...
Insomma, tutto il necessario per rimanere a zonzo fra le rocce per qualche giorno senza trovarsi troppo a disagio!
Tutto per un modico peso di circa 11.6 Kg.
Passiamo al viaggio; arriviamo al rifugio Auronzo attorno alle ore 17 [l'ultimo raggiungibile in auto, sulla cima della strada a pedaggio] il tempo è variabile, il cielo ospita numerose nubi, ma c'è il sole e fà caldo al punto da poter imboccare il sentiero per il rifugio locatelli in pantaloni corti e maglietta!
La camminata è abbastanza breve, 50 minuti, durante i quali ci fermiamo numerose volte per cercare di realizzare subito qualche foto [le nuvole basse fanno capolino in mezzo alle tre cime, rendendo da subito un'atmosfera molto intrigante].
E' comunque necessario un certo periodo di assestamento per entrare nell'ottica di realizzare delle foto soddisfacenti, la prima che mi soddisfa la realizzo una volta arrivati al rifugio.
Ci rifocilliamo [chi mangiando al rifugio chi terminando la dose di pranzo avanzata al giorno] e siamo pronti a fotografare un bel tramonto con il cielo pulito e solo poche nubi basse.
Subito una lunga esposizione; monto il filtro ND da 10 stop sul fidato 16-35@16mm; chiudo il diaframma quasi al massimo [lo so, ho perso sicuramente della nitidezza, ma mi servivano assolutamente tempi lunghi] e scatto in bulb; un minuto e mezzo di esposizione durante un momento particolarmente bello per la luce che investe la roccia e per la nebbia che stà salendo dal retro della montagna!
La luce calda del tramonto ci saluta, stremati dal viaggio e dall'incombente freddo ci ripariamo nel rifugio... un' assaggio di tutti i liquori artigianali del rifugio e fondamentale per il buon prosieguo della serata.
Rimaniamo al caldo sino al buio, verifichiamo spesso lo stato del cielo all'esterno ma sfortunatamente c'è nebbia....
Prima di recarci nelle cuccette decidiamo comunque di fare un tentativo, usciamo dal rifugio e ci rechiamo poco sotto; su di una spianata di roccia [dove solitamente atterra l'elicottero]... la nebbia è troppa e non da segno di resa... dopo poche prove andiamo a dormire, determinati per svegliarci a fotografare l'alba la mattina successiva.
Sveglia alle ore 06.00, ci si veste rapidamente [due su 4... dormiglioni!] e si esce per vedere di catturare quella bella luce dorata!
Facciamo un pò di prove scattando direttamente alle tre cime, al rifugio... ma, personalmente mi rendo conto abbastanza rapidamente che avendo le stesse condizioni di luce dell'anno precedente, non farei che ripetere le medesime foto.
Mi reco quindi dietro al rifugio Locatelli, dove posso sfruttare una vista di due laghetti, e vedere il sole far capolino dalla montagna retrostante:
Uso sempre il 16-35@16mm, ma questa volta senza filtro ND; effettuo velocemente 5 scatti con l'intento di realizzare poi un HDR [esposizione -2 / -1 / 0 / +1 / +2 EV].
Cerco l'inquadratura con il sole dentro la lente, chiudendo il diaframma sino ad f16 ottengo dal sole una forma a stella [per via delle lamelle del diaframma].
Il flare si forma a sx del fotogramma, senza possibilità di ridurlo... e la forte luce mette inevidenza anche quelli che sono dei granelli di sporco presenti sulla lente frontale del mio obiettivo!
Difficile toglierli in postproduzione, a qualcuno piacciono a qualcun'altro no... io me li tengo per non creare disagianti effetti dovuto al clone!
Dopo l'inizio della mattinata girovaghiamo ancora un pò in cerca di qualche altra foto, ma ben presto la luce si fà dura e la fame si fà sentire!
Torniamo al rifugio a rifocillarci...
Mi mangio un'abbondante dose di uova con lo speck, panino con il salame ungherese.. caffè americano!
Una bella botta di energia per affrontare l'escursione successiva.
Preparati di nuovo gli zaini e ben rifocillati partiamo alla volta del rifugio Pian di Cengia.
Il sentiero parte in discesa e prosegue costeggiando la montagna; possiamo ben presto scorgere un laghetto di origine glaciale, con ancora parte del ghiacciaio visibile.
La vista è decisamente emozionante, la vallata sottostante, circondata dalle rocce è molto bella; peccato per la luce disponibile, sono oramai le ore 10.30 e non è piu' presente quel calore dell'alba.
Anche qui realizzo un HDR per preservare al massimo tutta la gamma dinamica disponibile nella scena.
Proseguiamo il sentiero e prima di giungere al rifugio ci aspetta una ripida salita e un passaggio sulla roccia [su di una passerella in legno] a strapiombo.
Al rifugio possiamo nuovamente rifocillarci, riposarci... poi riprendiamo con le foto... il paesaggio visibile da questo lato è molto piu impervio di quello visto sino a quel momento, la roccia viva e dei vecchi depositi nevosi la fanno da padroni.
Uno spunzone di roccia attira la mia attenzione, crea un'ombra sulla parete che ha alle spalle, e voglio provare a riprodurre tale senso di tridimensionalità con una foto.
Questa volta sfrutto il Sigma 180mm f3.5 Macro; diaframmato ad f10 per preservare un buon livello di dettaglio.
Scatto difficile da rendere bene per via della "piattezza" della luce presente.
Alla fine è un dettaglio della roccia comunque e aldilà del vederne le tonalità e la rugosità superficiale non ci si può aspettare molto altro da una foto.
Sono quasi le 14 oramai, decidiamo di rientrare al rifugio Locatelli per poter nuovamente provare a scattare al tramonto.
Scegliamo di non ripercorrere la strada dell'anadata [solo Francesco lo fà... saggiamente] giriamo attorno alle montagne che stanno a fianco delle tre cime, avviandoci in un sentiero che ci riporterà nei pressi del rifugio Lavaredo [che si trova fra il rifugio Auronzo e il rifugio Locatelli].
La strada prevede una via ferrata e non siamo attrezzati per percorrerla in modo sicuro... troviamo lungo la strada un altro ragazzo con il nostro stesso problema; assieme a lui ci dirigiamo verso il sentiero visibile in basso, passando per una pietraia!
Esperienza memorabile, in un kilometro metri discendiamo di almeno 300 metri di altezza, camminando praticamente con il sedere a terra.
Incolumi raggiungiamo comunque il sentiero battuto e ci dirigiamo nuovamente verso le tre cime.
Sono ormai le ore 16, e le tre cime una volta visibili offrono una bella vista; la nebbia che sale dalla valle le avvolge come una calda coperta!
Altra lunga esposizione, il debole vento sposta la nebbia e le nuvole presenti nel cielo, concedendo una vista piu' "drammatica" di quelle viste sino ad allora.
Sempre 16-35 @ 35mm stavolta... con filtro ND 10 stop.
Si è fatto di nuovo orario, rientriamo al rifugio; ci sistemiamo un pò... ci riposiamo.
Scegliamo di anticipare la cena [vuoi per la fame incalzante, vuoi per la possibilità di sfruttare di nuovo il tramonto nella sua interezza] alle 19 siamo già a tavola, impazienti di avere il cibo!
La cucina apre proprio alle 19 e siamo i primi a cenare... 4 piatti di spaghetti alla carbonara [con lo speck al posto della pancetta]... era un anno che bramavo di mangiarla nuovamente!
Finita la cena ci accingiamo ad uscire nuovamente, siamo al tramonto, il cielo è pieno di nuvole ma il sole fa comunque capolino dal basso.
Data l'esperienza dell'anno precedente decido di non fotografare nuovamente il tramonto, mi dedico anzi alla realizzazione di un timelapse; c'è vento, le nuvole si muovono rapidamente e il sole è quasi sul punto di scomparire all'orizzonte.
Insomma, un timelapse ci stà proprio!
Imposto la fotocamera e realizzo uno scatto al secondo per circa 14 minuti.
Il risultato finale ottenuto [a parte la bassa risoluzione] mi soddisfa per quanto concerne il movimento delle nuvole etc, ma riconosco che sono appena all'inizio in queste tecniche e devo affinarmi per ottenere risulati quantomeno accettabili [per adesso lo considero solo un gioco... devo miglirare!].
Passa il tempo, inizia a calare il buio, ma le nuvole non vogliono saperne di andare via... è presente inoltre la medesima nebbia della serata precedente, che va viene continuamente.
Proseguo con l'assaggio dei vari liquori locali.
Verso le 22 il cielo inizia ad aprirsi, le nuvole se ne vanno... ci accingiamo quindi a tornare a scattare, determinati ad ottenere altre foto della via lattea.
Una volta sul posto, data la presenza continua della nebbia, mi domando se è il caso di tentare foto alla via lattea uguali a quelle dello scorso anno.. arrivo in breve a tentare di realizzare un altro timelapse; questa volta con la via lattea che scorre lenta dietro alle tre cime.
Anche per questo video valgono le considerazioni del precedente; ritengo comunque che la cosa sia interessante e appena migliorerò nell'utilizzo di alcuni software penso che riuscirò ad ottenere una qualità superiore in entrambi i timelapse realizzati!
La serata si conclude andando a dormire, la mattina seguente abbiamo previsto di ripartire alla volta di cortina e dintorni, proseguendo poi per Venezia... ma questa è un'altra storia!
Concludo l'articolo lasciandovi ad una carrellata di foto degli amici Marco e Claudio; una sorta di reportage dell'intero viaggio! ;) [presenti anche le foto fatte a Venezia, le piu' importanti per Marco ;) ]
Claudio Montegriffo
Marco Petracci
[cliccate sui relativi nomi per essere reindirizzati alle loro pagine]
Lo scorso anno fu una toccata e fuga, andata e ritorno nel giro di due giorni appena [partendo da La Spezia]; questa volta ce la siamo presa con più calma, partenza 28 agosto, rientro 31 agosto.
Ecco l'articolo scritto la scorsa volta:
Tre cime Famose
Comincio con l'esporre le differenze fra i due viaggi:
Innanzitutto le tempistiche; diversamente dalla scorsa esperienza questa volta partiamo con la dovuta calma, 4 giorni di tempo sono tanti rispetto a 2, considerando anche il tempo necessario a raggiungere il rifugio Auronzo [dal quale si parte poi a piedi per raggiungere il rifugio Locatelli, dove abbiamo pernottato];
Preparazione ed organizzazione delle risorse fotografiche e del vestiario, lo scorso anno siamo partiti alla volta delle tre cime utilizzando dei comuni zaini per utilizzo fotografico [io addirittura utilizzai uno zaino monospalla], colmi di obiettivi e pesi inutili.
Questa volta ci siamo organizzati meglio, suddividendoci gli obiettivi utili [evitando doppioni] ed utilizzando zaini da trekking, decisamente piu capienti e adatti al trasporto per tempi prolungati di pesi elevati.
Conoscenza del luogo, delle dinamiche che avremmo trovato, banalmente tutto frutto dell'esperienza della volta precedente!
Quella che non è cambiata affatto è la smania di fotografare, di rilassarsi in un luogo eccezionale, di mangiare pasta alla carbonara [si, alla carbonara... alle tre cime] e di far colazione con le uova e lo speck!
L'attrezzatura che mi sono portato via, come detto, l'ho ridotta all'osso.
Memore dell'esperienza precedente ho optato per soli tre obiettivi:
Canon EF 16-35 f4 L IS [per uso generico paesaggistico];
Canon EF 24 f1.4 L [per le stelle];
Pentax Super Takumar 50mm f1.4 [per foto generiche, pensando di utilizzarlo nei boschi limitrofi].
Avrei voluto ovviamente portare molto altro come obiettivi, il 200 f2.8; il 50 1.0... fisheye... lensbaby...
Ma tutto ha un peso e considerando le camminate che ci aspettavano ho deciso di rimanere molto minimalista; complice anche l'attrezzatura portata dagli altri partecipanti che offriva:
Canon EF 70-200 f2,8 L;
Canon EF 24-105 f4 L IS;
Canon EF 50mm f1.8;
Canon EF 17-40 f4 L;
Moltiplicatore 2x Canon;
Sigma 180mm f3.5 Macro;
Sigma 15mm fisheye.
Insomma, avevamo proprio tutto il necessario praticamente.
Come corpo macchina ho optato ovviamente per la mia fidatissima Canon 1Ds MKIII.
Il resto dell'attrezzatura "fotografica" prevedeva poi
Hard Disk;
CF in quantità;
Laser [per la messa a fuoco notturna];
Filtro ND da 10 Stop;
Cavo di scatto remoto;
Treppiedi [con testa a sfera, per la leggerezza];
Adattatori per i filtri;
Cavo e telefono con l'app "DSLR Controller" per effettuare una messa a fuoco di precisione sul monitor del cellulare;
3 batterie per la fotocamera [senza caricabatterie, data la durata delle stesse];
Panno di pulizia [non è bello trovarsi la senza averlo, la lente sporca può provocare sgradevoli sorprese];
Tutto il resto dello zaino l'ho occupato con vestiti di ricambio, cappello, sciarpa, guanti... prevedendo il freddo notturno ed eventuali scrosci d'acqua.
Qua e la delle provviste di cibo, una sacca dell'acqua...
Insomma, tutto il necessario per rimanere a zonzo fra le rocce per qualche giorno senza trovarsi troppo a disagio!
Tutto per un modico peso di circa 11.6 Kg.
Passiamo al viaggio; arriviamo al rifugio Auronzo attorno alle ore 17 [l'ultimo raggiungibile in auto, sulla cima della strada a pedaggio] il tempo è variabile, il cielo ospita numerose nubi, ma c'è il sole e fà caldo al punto da poter imboccare il sentiero per il rifugio locatelli in pantaloni corti e maglietta!
La camminata è abbastanza breve, 50 minuti, durante i quali ci fermiamo numerose volte per cercare di realizzare subito qualche foto [le nuvole basse fanno capolino in mezzo alle tre cime, rendendo da subito un'atmosfera molto intrigante].
E' comunque necessario un certo periodo di assestamento per entrare nell'ottica di realizzare delle foto soddisfacenti, la prima che mi soddisfa la realizzo una volta arrivati al rifugio.
Ci rifocilliamo [chi mangiando al rifugio chi terminando la dose di pranzo avanzata al giorno] e siamo pronti a fotografare un bel tramonto con il cielo pulito e solo poche nubi basse.
Subito una lunga esposizione; monto il filtro ND da 10 stop sul fidato 16-35@16mm; chiudo il diaframma quasi al massimo [lo so, ho perso sicuramente della nitidezza, ma mi servivano assolutamente tempi lunghi] e scatto in bulb; un minuto e mezzo di esposizione durante un momento particolarmente bello per la luce che investe la roccia e per la nebbia che stà salendo dal retro della montagna!
La luce calda del tramonto ci saluta, stremati dal viaggio e dall'incombente freddo ci ripariamo nel rifugio... un' assaggio di tutti i liquori artigianali del rifugio e fondamentale per il buon prosieguo della serata.
Rimaniamo al caldo sino al buio, verifichiamo spesso lo stato del cielo all'esterno ma sfortunatamente c'è nebbia....
Prima di recarci nelle cuccette decidiamo comunque di fare un tentativo, usciamo dal rifugio e ci rechiamo poco sotto; su di una spianata di roccia [dove solitamente atterra l'elicottero]... la nebbia è troppa e non da segno di resa... dopo poche prove andiamo a dormire, determinati per svegliarci a fotografare l'alba la mattina successiva.
Sveglia alle ore 06.00, ci si veste rapidamente [due su 4... dormiglioni!] e si esce per vedere di catturare quella bella luce dorata!
Facciamo un pò di prove scattando direttamente alle tre cime, al rifugio... ma, personalmente mi rendo conto abbastanza rapidamente che avendo le stesse condizioni di luce dell'anno precedente, non farei che ripetere le medesime foto.
Mi reco quindi dietro al rifugio Locatelli, dove posso sfruttare una vista di due laghetti, e vedere il sole far capolino dalla montagna retrostante:
Uso sempre il 16-35@16mm, ma questa volta senza filtro ND; effettuo velocemente 5 scatti con l'intento di realizzare poi un HDR [esposizione -2 / -1 / 0 / +1 / +2 EV].
Cerco l'inquadratura con il sole dentro la lente, chiudendo il diaframma sino ad f16 ottengo dal sole una forma a stella [per via delle lamelle del diaframma].
Il flare si forma a sx del fotogramma, senza possibilità di ridurlo... e la forte luce mette inevidenza anche quelli che sono dei granelli di sporco presenti sulla lente frontale del mio obiettivo!
Difficile toglierli in postproduzione, a qualcuno piacciono a qualcun'altro no... io me li tengo per non creare disagianti effetti dovuto al clone!
Dopo l'inizio della mattinata girovaghiamo ancora un pò in cerca di qualche altra foto, ma ben presto la luce si fà dura e la fame si fà sentire!
Torniamo al rifugio a rifocillarci...
Mi mangio un'abbondante dose di uova con lo speck, panino con il salame ungherese.. caffè americano!
Una bella botta di energia per affrontare l'escursione successiva.
Preparati di nuovo gli zaini e ben rifocillati partiamo alla volta del rifugio Pian di Cengia.
Il sentiero parte in discesa e prosegue costeggiando la montagna; possiamo ben presto scorgere un laghetto di origine glaciale, con ancora parte del ghiacciaio visibile.
La vista è decisamente emozionante, la vallata sottostante, circondata dalle rocce è molto bella; peccato per la luce disponibile, sono oramai le ore 10.30 e non è piu' presente quel calore dell'alba.
Anche qui realizzo un HDR per preservare al massimo tutta la gamma dinamica disponibile nella scena.
Proseguiamo il sentiero e prima di giungere al rifugio ci aspetta una ripida salita e un passaggio sulla roccia [su di una passerella in legno] a strapiombo.
Al rifugio possiamo nuovamente rifocillarci, riposarci... poi riprendiamo con le foto... il paesaggio visibile da questo lato è molto piu impervio di quello visto sino a quel momento, la roccia viva e dei vecchi depositi nevosi la fanno da padroni.
Uno spunzone di roccia attira la mia attenzione, crea un'ombra sulla parete che ha alle spalle, e voglio provare a riprodurre tale senso di tridimensionalità con una foto.
Questa volta sfrutto il Sigma 180mm f3.5 Macro; diaframmato ad f10 per preservare un buon livello di dettaglio.
Scatto difficile da rendere bene per via della "piattezza" della luce presente.
Alla fine è un dettaglio della roccia comunque e aldilà del vederne le tonalità e la rugosità superficiale non ci si può aspettare molto altro da una foto.
Sono quasi le 14 oramai, decidiamo di rientrare al rifugio Locatelli per poter nuovamente provare a scattare al tramonto.
Scegliamo di non ripercorrere la strada dell'anadata [solo Francesco lo fà... saggiamente] giriamo attorno alle montagne che stanno a fianco delle tre cime, avviandoci in un sentiero che ci riporterà nei pressi del rifugio Lavaredo [che si trova fra il rifugio Auronzo e il rifugio Locatelli].
La strada prevede una via ferrata e non siamo attrezzati per percorrerla in modo sicuro... troviamo lungo la strada un altro ragazzo con il nostro stesso problema; assieme a lui ci dirigiamo verso il sentiero visibile in basso, passando per una pietraia!
Esperienza memorabile, in un kilometro metri discendiamo di almeno 300 metri di altezza, camminando praticamente con il sedere a terra.
Incolumi raggiungiamo comunque il sentiero battuto e ci dirigiamo nuovamente verso le tre cime.
Sono ormai le ore 16, e le tre cime una volta visibili offrono una bella vista; la nebbia che sale dalla valle le avvolge come una calda coperta!
Altra lunga esposizione, il debole vento sposta la nebbia e le nuvole presenti nel cielo, concedendo una vista piu' "drammatica" di quelle viste sino ad allora.
Sempre 16-35 @ 35mm stavolta... con filtro ND 10 stop.
Si è fatto di nuovo orario, rientriamo al rifugio; ci sistemiamo un pò... ci riposiamo.
Scegliamo di anticipare la cena [vuoi per la fame incalzante, vuoi per la possibilità di sfruttare di nuovo il tramonto nella sua interezza] alle 19 siamo già a tavola, impazienti di avere il cibo!
Finita la cena ci accingiamo ad uscire nuovamente, siamo al tramonto, il cielo è pieno di nuvole ma il sole fa comunque capolino dal basso.
Data l'esperienza dell'anno precedente decido di non fotografare nuovamente il tramonto, mi dedico anzi alla realizzazione di un timelapse; c'è vento, le nuvole si muovono rapidamente e il sole è quasi sul punto di scomparire all'orizzonte.
Insomma, un timelapse ci stà proprio!
Imposto la fotocamera e realizzo uno scatto al secondo per circa 14 minuti.
Il risultato finale ottenuto [a parte la bassa risoluzione] mi soddisfa per quanto concerne il movimento delle nuvole etc, ma riconosco che sono appena all'inizio in queste tecniche e devo affinarmi per ottenere risulati quantomeno accettabili [per adesso lo considero solo un gioco... devo miglirare!].
Passa il tempo, inizia a calare il buio, ma le nuvole non vogliono saperne di andare via... è presente inoltre la medesima nebbia della serata precedente, che va viene continuamente.
Proseguo con l'assaggio dei vari liquori locali.
Verso le 22 il cielo inizia ad aprirsi, le nuvole se ne vanno... ci accingiamo quindi a tornare a scattare, determinati ad ottenere altre foto della via lattea.
Una volta sul posto, data la presenza continua della nebbia, mi domando se è il caso di tentare foto alla via lattea uguali a quelle dello scorso anno.. arrivo in breve a tentare di realizzare un altro timelapse; questa volta con la via lattea che scorre lenta dietro alle tre cime.
Anche per questo video valgono le considerazioni del precedente; ritengo comunque che la cosa sia interessante e appena migliorerò nell'utilizzo di alcuni software penso che riuscirò ad ottenere una qualità superiore in entrambi i timelapse realizzati!
La serata si conclude andando a dormire, la mattina seguente abbiamo previsto di ripartire alla volta di cortina e dintorni, proseguendo poi per Venezia... ma questa è un'altra storia!
Concludo l'articolo lasciandovi ad una carrellata di foto degli amici Marco e Claudio; una sorta di reportage dell'intero viaggio! ;) [presenti anche le foto fatte a Venezia, le piu' importanti per Marco ;) ]
Claudio Montegriffo
Marco Petracci
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