Dopo essermi avvicinato al mondo della fotografia passando per un tipo di foto prevalentemente naturalistica ho cambiato un po i miei target in altri tipi di soggetti; ultimamente però sto riscoprendo il fascino della natura tramite le lunghe esposizioni, che permettono di ottenere effetti particolari e creativi che vanno aldilà del "classico" paesaggio.
Se una volta l'atipico era riuscire a fermare il movimento del mare, immortalando un'onda perfettamente ferma sulla pellicola adesso che le sensibilità minime delle fotocamere sono di almeno 100 ISO il difficile è ottenere l'acqua mossa in condizioni di luce.
Si devono perciò utilizzare dei filtri a densità neutra, che permettono di ridurre notevolmente il quantitativo di luce che entra nell'obiettivo senza dover chiudere il diaframma a valori che fanno inevitabilmente decadere la qualità d'immagine.
Detto questo va da se che diventa possibile realizzare delle foto in spiaggia con il sole ancora alto.
Si possono quindi ottenere 2 cose che assieme hanno qualcosa di strano e particolare:
Il mare come una distesa di nebbia con il sole ben presente nel cielo.
Altra opportunità è quella di poter ottenere sempre il mare "setoso" ma utilizzando diaframmi molto aperti (una prova è nella quarta foto postata sotto; sono convinto che il diaframma aperto con relativo sfocato renda il tutto molto suggestivo; ma magari è solo una mia impressione sapendo come l'ho realizzata).
Wow Damiano, la seconda e la quarta le trovo sublimi, come te anche io adoro le lunghe esposizioni. E' una tecnica che consiglio a tutti di provare almeno una volta, è davvero molto gratificante e ci restituisce immagini stupende! Bravo!
RispondiEliminaMille grazie Andrea!
EliminaLe immagini sono interessanti, solo un appunto sul titolo "Lunghe esposizioni per modificare la realtà": se si rimane in ambito fotografico la realtà non la si cambia MAI, la si interpreta secondo la sensibilità propria di ciascuno di noi che, utilizzando il linguaggio fotografico (questo è fondamentale se si parla di fotografia) la porta ad essere immagine (e fotografia se poi l'immagine viene stampata). I tempi lunghi di esposizione sono sempre stati una forma di linguaggio fotografico e l'immagine è il risultato di ciò che è passato atteaverso le lenti (universalmente sono consentiti ritocchi tesi a valorizzare l'immagine senza stravolgerla, come contrasto, luminosità, resa cromatica del colore ecc). Di conseguenza la realtà non viene modificata ma interpretata, al contrario delle manipolazioni e alterazioni con Photoshop con le quali la realtà viene effettivamente modificata ... MA in questo caso NON possiamo più parlare di FOTOGRAFIA.
RispondiEliminaCiao!
EliminaEffettivamente una distinzione da precisare.
:)